domenica 11 febbraio 2018

Antonio Padellaro: Lazio, disabilità "frastornati ed infastiditi" dalle promesse elettorali

Sul tema dell'inclusione delle persone con disabilità, il direttore de il Fatto Quotidiano dice la sua sui bilanci e le promesse elettorali dei candidati alla presidenza della Regione Lazio


Antonio Padellaro, direttore de il Fatto Quotidiano fa le pulci ai candidati alla presidenza della Regione Lazio sull'inclusione delle persone con disabilità

Qual'è lo stato dell'arte delle politiche d'inclusione delle persone con disabilità nella regione Lazio e in Italia, alla vigilia di un appuntamento elettorale amministrativo e politico che, a parole, promette di cambiare tutto e, nei fatti, di non cambiare nulla?


Questa è il succo della pacata, ma ferma, riflessione che Antonio Padellaro, direttore de il Fatto Quotidiano, già ai vertici di giornali come l'Unità e l'Espresso, ha affidato alle colonne prendendo spunto dalle parole con cui il Presidente uscente della Giunta Regionale del Lazio, Nicola Zingaretti, ha presentato la sua (ri)candidatura ai vertici della Pisana

"In questi cinque anni abbiamo lavorato senza soste e rimesso le cose in ordine. Abbiamo dimostrato che è possibile tagliare sprechi e privilegi e nello stesso tempo aumentare i servizi. Ora possiamo, anzi dobbiamo vincere nuove sfide", ha detto infatti Zingaretti, sfoderando, con una certa dose di cinismo ed ipocrisia, una retorica auto-assolutoria sui "risultati" raggiunti nel corso del suo mandato.
Alle parole del candidato del Pd alla guida della Regione, Padellaro obietta, prendendo le parti di cittadini ed elettori e definendoci "frastornati ed infastiditi dalla promesse mirabolanti della politica elettorale", che "sarebbe sufficiente sapere che le non molte istituzioni efficienti, davvero al servizio del pubblico, continueranno a funzionare e non saranno svendute".

Sì, perché il risanamento di cui parla Zingaretti, soprattutto per quanto riguarda la sanità pubblica, è stato di lacrime e sangue, in termini di tagli di servizi e di posti letto.

Tanto che i cittadini del Lazio, sempre più spesso, si rivolgono al privato o migrano in altre regioni per curarsi.

O, peggio, semplicemente rinunciano a curarsi perché non possono sostenerne i costi economici.

Risparmiare oggi, in termini di prevenzione, cura e riabilitazione, che viene tagliata, significa pagare domani in termini di costi sociali,  in termini di riabilitazione e vita autonoma, e finanziari: l'emigrazione sanitaria in altre regioni di cittadini del centro-sud alla ricerca di assistenza sanitaria adeguata, rappresenta già oggi una voce passiva considerevole nei bilanci di molte regioni.

Il Lazio nel 2016 ha accumulato un debito di 240 milioni per cure mediche in altre regioni, terza assoluta, dopo Campania e Calabria, nella classifica di chi non sa garantire un'adeguata assistenza sanitaria ai propri cittadini. Questo è quanto aggiungiamo noi a quanto evidenziato nell'intervento del direttore de il Fatto Quotidiano.

Padellaro, a questo proposito, fa l'esempio di quanto sta accadendo alla Fondazione Santa Santa Lucia, eccellenza della neuroriabilitazione, punto di riferimento per migliaia di persone per le sue cure all'avanguardia, che "da anni vive sull'orlo precipizio a causa di un gigantesco contenzioso con la Regione Lazio", che ogni mese mette a rischio gli stipendi dei dipendenti.

Si vuole mettere con le spalle al muro un'eccellenza, "per darla in pasto agli squali (anzi, agli squalucci) che imperversano nella sanità privata?", chiosa, inoltre, il giornalista.

Una distopia evidente a cui non sfuggono, evidenzia l'intervento, Zingaretti e gli altri candidati, che, ad esempio, sul tema più generale dell'accessibilità, non spendono una parola nei propri interminabili comizi.
"Se non vogliono ascoltare la loro coscienza, diano retta almeno al cinismo della politica: anche malati e disabili votano", conclude Padellaro.



1 commento:

  1. Be' dopo i "DANNI" FATTO NELLA SANITA' LAZIALE NON PUO' PENSARE DI ERRE RIVOTATO

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