giovedì 11 marzo 2010

LETTERA DI UNA MAMMA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,

mi chiamo Melania Fazzino e sono la mamma preoccupata di un meraviglioso bimbo diversamente abile di 5 anni, in “carico” presso l’IRCCS Santa Lucia di Roma.

Le scrivo per segnalare la condizione di estremo disagio e precarietà che stiamo vivendo noi genitori di bimbi, insieme a tutti gli utenti ricoverati o seguiti dalla Fondazione Santa Lucia, IRCCS specializzato nella riabilitazione neuromotoria di pazienti affetti da lesioni al sistema nervoso ed all’apparato muscolo scheletrico per una situazione assurda.

Come Lei saprà, l’ospedale S. Lucia lo scorso anno ha rischiato la chiusura a causa di mancati pagamenti, dei tagli e delle politiche di risparmio attuate dalla Regione Lazio. Con la sentenza del TAR del 29 gennaio u.s., la situazione di profonda crisi del S. Lucia è apparentemente rientrata; il TAR ha sospeso i provvedimenti regionali impugnati e, contestualmente, la Direzione ha revocato la procedura di licenziamento per i 241 lavoratori. Ciononostante, il problema non è stato risolto e, oltre alla situazione di crisi generale in cui versa l’ospedale, c’è un altro problema che riguarda la palestra bambini.

Le segnalo, per quel che concerne il servizio extraospedaliero ex art. 26 presso la palestra, ci sono circa 80-100 utenti, tra bambini ed adulti, in esubero ed a rischio di dimissione o riduzione delle prestazioni, perché la Regione Lazio, nonostante innumerevoli solleciti da parte della Direzione del S. Lucia non ha ancora provveduto a formalizzare il passaggio degli utenti da semiresidenziali a non residenziali. Ovviamente, in mancanza di tale documento, la ASL ha sospeso i pagamenti per il servizio di riabilitazione extra ospedaliero già da novembre del 2008. Da qui l’esubero.

Attualmente, visto il profondo impegno e lo sforzo umano da parte di noi genitori, che ci stiamo attivando su tutti i fronti per salvare la Fondazione S. Lucia e garantire un futuro dignitoso ai nostri bimbi, la Direzione ha deciso di riconfermare i progetti riabilitativi, fermo restando lo stato di emergenza generale.

Dopo innumerevoli e vane trattative con la Regione, il 25 febbraio u.s. al Ministero della salute si è tenuto un incontro tra una piccola delegazione del S. Lucia, rappresentata dalla Direzione Generale, dal Comitato “Salviamo l’ospedale S. Lucia”, da noi genitori dei bimbi della palestra, dai rappresentanti dei lavoratori ed il Ministro, on. Ferruccio Fazio, col Commissario ad Acta prof. Guzzanti.

Rispetto alle problematiche evidenziate, il Ministro ha preso un preciso impegno rispetto alla immediata richiesta di riconversione dei posti da semiresidenziali a non residenziali o ambulatoriali, ex art. 26. Ad oggi, però, non abbiamo avuto riscontro riguardo alla emissione di un provvedimento di conversione dei suddetti posti, così come richiesto. Ovviamente, la palestra vive nel contesto dell’IRCCS, pertanto, per risolvere complessivamente questa situazione di incertezza, occorre intervenire non solo riconvertendo i posti suddetti ma, soprattutto, normalizzando, dal punto di vista economico, la situazione dell’ospedale. E ad oggi, anche su questo fronte, nessun atto concreto è stato prodotto dalle Istituzioni.

Pertanto, stamattina siamo qui da Lei ad evidenziare un problema grande che riguarda non solo noi, ma, in generale, la collettività, come testimoniano le 50.000 firme da noi raccolte. Perché il S. Lucia è patrimonio del territorio.

Vorrei testimoniare, in qualità di genitore che in questi anni è entrata a contatto con altri centri pubblici, l’eccezionalità della struttura, la professionalità e l’umanità di tutti gli operatori. Il modello lavorativo adottato dal S. Lucia, che prevede un approccio multidisciplinare, attraverso il lavoro integrato di una equipe di specialisti, permette di conseguire nel tempo risultati tangibili; un tale modello dovrebbe essere preso a riferimento e mutuato su altre strutture riabilitative, allo scopo di facilitare il recupero di altri bimbi sfortunati e bisognosi di supporto continuo.

Caro Presidente, questa situazione è paradossale.

Ma nel Lazio, che alternative ci sono attualmente al S. Lucia? Quale altra struttura è attrezzata come la palestra del S. Lucia, per la gestione multidisciplinare di oltre 150 bambini? Quali sono gli altri ospedali che, come il S. Lucia, possono ricoverare i pazienti post comatosi o colpiti da ictus cerebrale?

Inoltre, anche gli altri centri presenti sul territorio sono impossibilitati a prendere in carico con continuità nuovi pazienti, per cui, in caso di dimissione, noi genitori dovremmo iniziare nuovamente l’iter delle lunghe liste di attesa, senza avere alcuna certezza sulla qualità, sul livello di servizio prestato e sulla continuità dello stesso.

Se le Istituzioni non intervengono seriamente per salvare il S. Lucia, noi genitori rischiamo di assistere alla sospensione brutale delle terapie sui nostri figli ed alla perdita, in carenza di continuità di cura, dei piccoli e progressivi miglioramenti conseguiti. Ciò determinerebbe il “buttare all’aria” anni di duro lavoro di piccoli ed innocenti bambini, che lavorano, senza mai lamentarsi, faticosamente tutti i giorni alla conquista di una aspettativa di vita migliore, nonché vanificare i sacrifici fatti dalle famiglie, che perderebbero l’equipe di professionisti, loro punto di riferimento.

Ma il nostro dolore latente, compensato dalla immensa gioia delle piccole conquiste dei nostri bimbi, è anche il propulsore che genera la forza per lottare per il loro futuro, pertanto, siamo e saremo sempre pronti a scendere in piazza ed a lavorare per ogni altra iniziativa costruttiva atta a tutelare un loro ed un nostro diritto. Noi continueremo a tenere alta l’attenzione sul problema, vogliamo fatti concreti, non promesse disattese. I nostri piccoli angeli non possono pagare a caro prezzo, col loro diritto alla salute, gli errori connessi ad una impropria amministrazione!

Infine, come se tutto ciò non fosse già abbastanza, Le segnalo che dal prossimo aprile il 30 per cento della tariffa per la riabilitazione sarà a carico di noi cittadini. Mi sembra veramente una beffa!

Mi auguro di essere stata chiara e mi appello vivamente a Lei affinché possa intervenire per cercare di porre rimedio a questa situazione.

RingraziandoLa anticipatamente per il tempo dedicato alla lettura delle mie riflessioni, Le invio i miei più cordiali saluti.

Melania Fazzino

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