IL “COORDINAMENTO SALVIAMO IL SANTA LUCIA” SI MOBILITA
PER SALVARE LA FONDAZIONE E LA RIABILITAZIONE DI QUALITA’
Giovedì 14 gennaio, ore 11.00, presso il piazzale principale dell’IRCCS Santa Lucia, in Via Ardeatina 354, si terrà una conferenza stampa per illustrare le ragioni che hanno portato il “Coordinamento Salviamo il Santa Lucia” ad occupare la Fondazione. La mobilitazione promossa da utenti, disabili e da quanti in questi anni hanno potuto usufruire dei servizi di riabilitazione offerti dal Centro, riuniti nel Coordinamento, coinvolgerà tutta la cittadinanza e il mondo della disabilità.
salviamolospedalesantalucia@gmail.com
http://www.salviamolospedalesantalucia.blogspot.com/
la nostra società è al vostro fianco e si augura che tutto si risolva nel migliore dei modi.polisportiva amicacci giulianova
RispondiEliminaCOME AL SOLITO, SE IN ITALIA UNA COSA FUNZIONA FANNO DI TUTTO PER BOICOTTARLA.
RispondiEliminaREGIONE LAZIO VERGOGNATI
14 GENNAIO 2010 DALLE ORE 12 ALLE ORE 15
RispondiEliminaASSEMBLEA DI TUTTO IL PERSONALE CON INVITO ESTESO AD UTENTI E DIPENDNETI DEI SERVIZI ESTERNI.
PARTECIPARE E' UN DIRITTO, MANCARE E' UN DELITTO!!!!!!
COME SI PUO' PERMETTERE LA REGIONE LAZIO DI TOGLIERE LA FELICITA' DI RIVIVERE A GRAN PARTE DELLE PERSONE CHE HANNO AVUTO GIA' UN TRAUMA?
RispondiEliminaSE L'OSPEDALE NON FUNZIONASSE, COME MAI CI SONO DELLE LISTE STRATOSFERICHE PER LE RICHIESTE DI RICOVERO, PER IL DAY HOSPITAL INFINE PER POI NON PARLARE DELLA RIABILITAZIONE PER I BAMBINI?
E' PROPRIO VERO LE BELLE NON SONO MAI APPREZZATE.
TUTTI INSIEME CON LO SLOGAN
"SALVIAMO L'OSPEDALE SANTA LUCIA"
Come al solito, chi decide non si trova mai nelle condizioni di affrontare i problemi su cui decide!!!
RispondiEliminaE se li avesse, li risolverebbe con ben altri mezzi dei comuni "amministrati"!
Ho amici che, partendo da situazioni drammatiche, sono stati rimessi in sesto da questo ospedale.
Come si può pensare di chiuderlo?!?
Riccardo Vadalà
Possibile che in questo paese si pensa solo a distruggere quel poco di buono, solidale e coraggioso che ancora c'è !?!?!
RispondiEliminain che strano paese viviamo, le cose inutili durano in eterno, quelle utili sono destinate a scomparire . sono con tutti voi per far si che nn si disperda tutto il vostro bagaglio di esperienza e umanità che avete sempre messo al servizio delle persone/pazienti. il santa lucia è un faro nella notte del centro-sud, un faro che nn deve essere spento.
RispondiEliminaMETTETEVI IN CONTATTO CON I RICERCATORI DELL'ISPARA CHE HANNO OCCUPATO IL TETTO DEL LORO ISTITUTO DA QUASI 2 MESI... UNITE LE FORZE...
RispondiEliminaWWW.NONSPARATEALLARICERCA.ORG
Sono il padre di un ragazzo divenuto afasico che è stato riabilitato , con ottimi risultati , presso l' IRCCS Fondazione S.Lucia.
RispondiEliminaApprendo,con grande stupore e profonda amarezza che la Regione Lazio vuole declassificare questo prestigioso Istituto con la conseguenza di numerosissimi licenziamenti.
Mi domando perchè quando nel nostro paese qualcosa funziona e funziona bene ci si impegna a distruggerlo.
Gustavo Coppola
In seguito ad un brutto incidente automobilistico ho riportato gravi danni che hanno reso molto difficoltosa la mia deambulazione.
RispondiEliminaDopo varie esperienze non proprio positive sono stata fortunatamente indirizzata per la riabilitazione alla Fondazione S.Lucia usufruendo del servizio sanitario nazionale.
Ho trovato una struttura ben organizzata ed efficiente con personale professionale e competente che mi ha aiutato a riprendere una vita normale.
Apprendo ora che la Regione Lazio intende cancellare la Fondazione come ospedale di rilievo nazionale e di alta specializzazione neuromotoria e mi domando a chi giova ciò e perchè deve essere distrutto tutto ciò che funziona.
Patrizia Bassi
Siamo i genitori di un ragazzo “tornato alla vita” grazie alle cure eccellenti ricevute dall’IRCCSS S.Lucia e, pur vivendo in un’altra regione, abbiamo saputo di un provvedimento negativo della regione Lazio nei confronti dell’istituto.
RispondiEliminaSiamo rimasti allibiti perché, per noi, come per molti altri il S.Lucia rimane un polo di eccellenza non solo per gli abitanti del Lazio, ma per tantissime persone di altre regioni che hanno voluto il meglio per assicurare ai propri cari le professionalità e le attrezzature migliori. Solo chi vive in prima persona la tragedia di un figlio in coma, sospeso tra la vita e la morte, può capire la gioia profonda di vederlo tornare a vivere, a parlare, a camminare e ad interagire con gli altri. E’ stato come vivere in una grande famiglia in cui ciascuno ha dato il meglio di sé perché nostro figlio tornasse ad una vita normale.
Ora ci chiediamo perplessi: perché si vuole privare i tanti bisognosi di questo centro di eccellenza?
Perché sopprimere il centro di ricerca del S. Lucia, grazie al quale i pazienti beneficiano delle migliori terapie?
Noi, come genitori di un ragazzo “sfortunato” non possiamo, né sappiamo rispondere, ma chiediamo con forza che venga sospeso il provvedimento nell’interesse di tutte le famiglie bisognose del nostro Paese.
I genitori di Donato Fanzo
Benevento, 13.01.2010
ma sono matti???? come possiamo aiutarvi a fare qualcosa?
RispondiEliminapossibile mai
che questa gente non si renda conto delle decisioni che prendono?? se i
soldi li hanno spesi per mille altre stupidaggini non possono
penalizzare chi sfortunatamente sta male ed ha bisogno di cure per
poter riprendere per quanto possiibile, a vivere la propria vita.
cordiali saluti
Ida Schirru
Caro Messaggero,
RispondiEliminaSono un'invalida civile, ex paziente per circa un anno della Fondazione Santa Lucia e ho avuto ampio modo di apprezzare l'organizzazione e l'efficienza della struttura, nonchè la dedizione, professionalità e la competenza del personale. Ora leggo che questa autentico fiore all'occhiello della sanità regionale rischia di venire sostanzialmente distrutto, in quanto la Regione Lazio intende drasticamente ridimensionare la Fondazione, attuando, fra l'altro, il licenziamento di ben 241 persone, e per questo vorrei esprimere la mia profonda indignazione: invece di portare all'efficienza quello che non funziona (e purtroppo nella sanità gli esempi sono diversi), si vuole distruggere ciò che funziona benissimo! Spero che il Messaggero intervenga per impedire quest'ingiustizia che si ritorcerebbe a danno dei disabili. Grata per l'attenzione, invio cordiali saluti.
; ; Rita Vanleeuwen
Ho saputo che la Regione Lazio ha declassato la Fondazione Santa Lucia.
RispondiEliminaTutti conoscono le difficoltà finanziarie in cui si dibatte la Sanità del Lazio, ma è possibile che quando si tratta di tagli si cominci sempre da ciò che funziona a scapito certo della qualità?
Vorrei dare la mia testimonianza su un aspetto meno conosciuto di cui il Centro può gloriarsi e che non dovrebbe lasciare indifferente chi si occupa di salute e di lavoro.
In questa Azienda negli anni è stata data la possibilità di lavorare a molte persone con handicap, anche quando l’handicap era argomento semi sconosciuto e la persona handicappata era considerata completamente inadatta al lavoro.
In quegli anni nel Centro riabilitativo lavoravano persone con invalidità fisica nei centralini, negli uffici e nei servizi.
Non sarebbe difficile procurarsi la testimonianza di chi ha vissuto direttamente l’esperienza e ha visto come fosse considerato logico (NON OBBLIGATORIO!), dopo averli riabilitati, offrire ai giovani portatori di handicap l’opportunità di compiere un progressivo percorso di integrazione nella vita “normale” e quindi nel lavoro.
Con questo si dovrebbe riconoscere che sempre “Santa Lucia” si è distinta per la qualità della riabilitazione praticatavi. Il tempo ha confermato la predisposizione a migliorare, progredire, evolvere verso una qualità di assistenza e di servizi sempre a più alto livello. Oggi che la Fondazione è conosciuta come una delle migliori nel suo ambito, su di lei si abbatte la mannaia dei tagli alla Sanità regionale come fosse un ramo secco e improduttivo.
Tutto questo fa pensare anche il cittadino meno informato e più ingenuo “Vuolsi così, colà dove si puote ciò che si vuole…” dice il Poeta, ma il cittadino romano si ribella. Dove andrà a fare una riabilitazione di qualità, nella Regione Basilicata? Chi può fare qualcosa perché non venga consumata questa ingiustizia e perché si trovi una soluzione diversa, lo faccia. La Sanità del Lazio, è certo, se ne avvantaggerà.
L'Irccs Santa Lucia è da tempo un'eccelenza nel campo della riabilitazione. Personale altamente specializzato collabora per il benessere fisico e psichico di persone con difficoltà. La formazione di questo personale è da sempre una delle priorità della fondazione, culminata con la nascita dei corsi di laurea per fisioterapia, logopedia, infermieristica e neurofisiopatologia, nonché diverse scuole di specializzazione per medici e una scuola di specializzazione per psicologi.
RispondiEliminaLasciare che questo scempio si compia sarebbe come tagliare le gambe alle future generazioni di queste categorie, privandole di una formazione adeguata.
non lasciamo che ciò accada.
Noi, studenti del terzo anno di logopedia dell'a.a. in corso, ci sentiamo duramente colpiti dalla notizia della declassazione dell'IRCCS SANTA LUCIA da Ospedale ed Istituto di Ricovero e Cura a Carattere scientifico, a casa di cura. Crediamo che questo cambiamento non vada a nuocere esclusivamente al servizio offerto ai cittadini e ai pazienti che usufruiscono delle varie attività riabilitative e di sostegno all'interno dell'ospedale, ma anche a noi studenti che crediamo fermamente nel nostro ambito di studio e abbiamo scelto la culla della riabilitazione come fulcro della nostra crescita sia come allievi, sia come persone. Cerchiamo ogni giorno infatti di fare nostre le conoscenze di un team di estrema maestria che ci guida passo passo nel nostro cammino.
RispondiEliminaSperiamo che continui ad essere così.
La Santa Lucia veste un importanza rilevante non esclusivamente a livello nazionale ma anche europeo nel suo campo. Sia per quanto riguarda la struttura in sé che il personale che vi lavora, nonché la qualità dei servizi offerti ai cittadini.
RispondiEliminaManteniamo questa eccellenza SALVANDO il SANTA LUCIA.
sono una logopedista e socia A.I.T.A. che ha studiato e si è laureata presso IRCSS SANTA LUCIA dove ha avuto inoltre la grande opportunità di formarsi professionalmente.
RispondiEliminacon la presente voglio esprimervi tutto il mio stupore e l' indignazione per quanto sta accadendo a questa struttura d' eccellenza, conosciuta non solo a livello nazionale ma anche internazionale. In q uesto istituto di riabilitazione neuromotoria ho ricevuto una formazione specifica, completa ed avanzata, assolutamente fondamentale per la mia carriera di libera professionista; senza tale preparazione oggi non sarei in grado di muovermi con sicurezza e non avrei le conoscenze adeguate per aiutare persone che hanno bisogno di recuperare quanto più possibile la propria autonomia e condurre così anche nella loro disabilità una vita dignitosa.
La salute è il bene più prezioso che ciascuno di noi possiede. Tutti i giorni i mass media ci informano di malasanità. Quindi mi chiedo: come si può permettere che una struttura come il Santa Lucia possa essere penalizzata in questo modo?
LICENZIARE I SUOI OPERATORI SIGNIFICA: NEGARE ASSISTENZA A UNA MOLTITUDINE DI PERSONE E FAMIGLIE CHE PURTROPPO VIVONO LA TRISTE CONDIZIONE DELLA DISABILITA' NELLA DISPERAZIONE E NELLA SOLITUDINE PIU' PROFONDE.
http://www.facebook.com/pages/Rome-Italy/Santa-Lucia-Sport-Roma/199443253997
RispondiEliminaFoto della giornata “salviamo l‘ospedale santa lucia“
CARMELA E MARIA
RispondiEliminaADERISCONO ALLE INIZIATIVE PROPOSTE DAL COORDINAMENTO SALVIAMO L'OSPEDALE SANTA LUCIA.
non ci sono parole... una struttura come il santa lucia dovrebbe essere il nostro orgoglio e invece stiamo perdendo ciò su cui la nostra regione dovrebbe puntare. lavoratori,persone malate,che soffrono,studenti,tutti perderebbero un'opportunità sacra: garantire ed essere usufruitori di una sanità di eccellenza...
RispondiEliminaSi aggrava la crisi presso la Fondazione Santa Lucia.
RispondiEliminaLa direzione amministrativa ha annunciato 241 licenziamenti ed ha formulato la minaccia di fallimento.
La situazione sembra essere senza via di sbocco e al personale non rimane che la prospettiva di una manifestazione generale. Tutti si chiedono come sia stato possibile giungere a questa situazione che trova spiegazione solo nella decisione dell'Ente Regione di non supportare finanziariamente l'istituzione come in passato. Si assiste nell'indifferenza delle autorità politiche e regionali al pericolo della morte di una struttura che sotto il profilo professionale ha dimostrato sempre di avere rilevanza europea se nn addirittura mondiale.
Vengo a sapere che la fondazione santa Lucia di Roma, Istituto di cura a carattere scientifico, specializzata nella riabilitazione neuromotoria, unico centro di eccellenza per il Lazio, sarà declassata a semplice casa di cura secondo l'intenzione del Ministero della Sanità di tagliare fondi e conseguenti licenziamenti.Non posso fare a meno di protestare per questa decisione che limita e svaluta la ricerca e la cura dei pazienti. Per questo voglio testimoniare la mia personale esperienza che ho avuto al Santa Lucia prima ddi tutto come cittadina italiana, poi come medico e come ex paziente e attualmente come attivista volontaria A.IT.A (Associazione Italiana Afasici). Penso con profonda amarezza che questo sia un sopruso gravissimo a spese dei malati e della società, un torto che coinvolge i ricercatori e gli operatori che hanno lavorato perchè la Fondazione Santa Lucia divenisse un polo scientifico d'eccellenza riconosciuto da tutto il Paese e non solo.Posso testimoniare che quando ho avuto il mio trauma neurologico stavo nel pieno della mia carriera di dirigente medico e della mia vita personale e, in un momento mi è crollato tutto addosso, solo con una speranza di minimo recupero. Chissà dove, chissà quando.Così ho conosciuto la Fondazione Santa Lucia, con i suoi operatori e terapisti e la loro professionalità e le competenze sostenute dalla Ricerca ad altissimo livello, da ultimo la solidarietà dell'A.IT.A. Come cittadina italiana, medico, paziente recuperato totalmente mi sembra incredibile la scelta della mia Regione. Scelta che indica che la mia Regione disprezza le speranze di qualsiasi malato. Scelta che indica che la mia Regione non è interessata alla vita.
RispondiEliminaSono ormai 6 anni che lavoro alla Fondazione Santa Lucia; appena arrivata mi sono resa conto del privilegio che vivevo facendo il lavoro che amavo in una struttura così imponente e specializzata che mi permetteva "per la prima volta" di esprimere al meglio la mia professione ancora poco conosciuta. Certo non è stato tutto semplice ma ho sempre creduto in quello che facevo e alla fine il sorriso di un paziente soddisfatto e felice di essere diventato più autonomo era ed è il mio unico obiettivo. Credo di parlare anche a nome dei miei colleghi e di quelli che nel corso degli anni ho visto andar via in cerca di un orario più flessibile, il Santa Lucia è uno dei pochi posti che ci permette di fare il nostro lavoro con la massima professionalità: promuoviamo salute, facciamo ricerca, la nostra professione è inserita nell'equipe multidisciplinare e diventa mezzo per i nostri pazienti di ottenere goal importanti, tutto questo in una struttura giovane seppur d'esperienza e di alta specializzazione, noi lo sappiamo e siamo fieri di lavorare qui.
RispondiEliminaNon permettiamo che questo ci venga tolto, rischiamo tutti tanto, i 241 licenziamenti e la minaccia di chiusura della Fondazione sembrano notizie surreali quasi impossibili e invece sembrano ogni giorno essere più vicine e imponenti! Non aspettiamo che sia troppo tardi! ci sappiamo lamentare ma non riusciamo ad alzarci un’ora prima per difendere il nostro lavoro!Tantissime persone come i pazienti, i genitori, le associazioni, i sindacati, i ragazzi del basket stanno facendo molto e noi non possiamo stare a guardare!
Io ci credo, per me è come una seconda casa (non solo in senso figurato) ed è arrivato il momento di farci sentire! combattiamo uniti questa vergogna!
Sono ormai 6 anni che lavoro alla Fondazione Santa Lucia; appena arrivata mi sono resa conto del privilegio che vivevo facendo il lavoro che amavo in una struttura così imponente e specializzata che mi permetteva "per la prima volta" di esprimere al meglio la mia professione ancora poco conosciuta. Certo non è stato tutto semplice ma ho sempre creduto in quello che facevo e alla fine il sorriso di un paziente soddisfatto e felice di essere diventato più autonomo era ed è il mio unico obiettivo. Credo di parlare anche a nome dei miei colleghi e di quelli che nel corso degli anni ho visto andar via in cerca di un orario più flessibile, il Santa Lucia è uno dei pochi posti che ci permette di fare il nostro lavoro con la massima professionalità: promuoviamo salute, facciamo ricerca, la nostra professione è inserita nell'equipe multidisciplinare e diventa mezzo per i nostri pazienti di ottenere goal importanti, tutto questo in una struttura giovane seppur d'esperienza e di alta specializzazione, noi lo sappiamo e siamo fieri di lavorare qui.
RispondiEliminaNon permettiamo che questo ci venga tolto, rischiamo tutti tanto, i 241 licenziamenti e la minaccia di chiusura della Fondazione sembrano notizie surreali quasi impossibili e invece sembrano ogni giorno essere più vicine e imponenti! Non aspettiamo che sia troppo tardi! ci sappiamo lamentare ma non riusciamo ad alzarci un’ora prima per difendere il nostro lavoro!Tantissime persone come i pazienti, i genitori, le associazioni, i sindacati, i ragazzi del basket stanno facendo molto e noi non possiamo stare a guardare!
Io ci credo, per me è come una seconda casa (non solo in senso figurato) ed è arrivato il momento di farci sentire! combattiamo uniti questa vergogna!
silvia g
terapista occupazionale