giovedì 30 gennaio 2014

La difficile situazione della Fondazione Santa Lucia. 23 gennaio 2014

Fonte sito: Online-News
IL CASO/ 1 – Amara scoperta dei sindacati, la Regione sul S.Lucia non tratta nemmeno con lor.
L’amara scoperta dei sindacati, la Regione non ha nemmeno risposto alla richiesta di attivazione di un tavolo di confronto per gestire la difficile situazione che si sta venendo a creare in via Ardeatina. E’ la notizia più sconcertante e dolorosa emersa dalla riunione che nei giorni scorsi i vertici aziendali della Fondazione S.Lucia Irccs con le organizzazioni sindacali. L’incontro precedente, a dicembre, era servito a rappresentare una situazione estremamente critica, con una chiusura totale da parte degli interlocutori istituzionali, e in sostanza con il suggerimento da parte della Cabina di regia della Regione di pensare all’utilizzo di ammortizzatori per gestire uno stato di crisi. Oggi la situazione non è mutata. La Regione non ha cambiato linea sulla intenzione di ridurre il budget previsto dalla Fondazione per il 2014 non riconoscendo tariffe adeguate (così come individuate dal Tar e dal Consiglio di Stato, né sul provvedimento per l’accreditamento definitivo della struttura, che attualmente risulta essere ancora in attesa di definizione. Ancora, non sono stati adempiuti gli impegni legati al pagamento delle somme dovute in base alla remunerazione stabilita dalla Regione. In sostanza, zero assoluto. E la Fondazione non ha potuto che ribadire ai sindacati l’impossibilità di far fronte agli impegni derivanti dai propri costi di gestione anche in considerazione dell’attuale esposizione debitoria che non consente di ricorrere ulteriormente al sistema creditizio. Situazione bloccata, dunque, con una direzione regionale pervicacemente attestata su una linea di chiusura, di scontro e peraltro distratta da altre incombenze generali, un cambio di vertice alla Asl Rmc e una Azienda che dopo aver vinto e rivinto decine di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, dopo tentato tutte le strade possibili per il riconoscimento dei diritti acquisiti non sa più a che santo votarsi. Medici, operatori, dipendenti mantengono una linea di dialogo ma non nascondono sconcerto e preoccupazione di fronte all’atteggiamento del Governatore e dei suoi collaboratori. In mezzo ci sono i pazienti, bene da tutelare in ogni caso. I sindacati convocano un’assemblea generale per decidere mobilitazione e azioni di sostegno. L’immediato futuro è tutto da scrivere.

 l CASO/ 2 – La Regione prova a imporre un accordo-capestro, il S.Lucia bussa alla Procura della Repubblica 

C’è qualcosa di perverso, di oscuro, in quello che si può definire un autentico braccio di ferro tra Regione Lazio e Fondazione S.Lucia Irccs. Qualcosa di difficilmente spiegabile sul piano tecnico-amministrativo, ancor meno sul piano politico. E che fa pensare ci sia dell’altro, un secondo livello di potere che sopravvive e condiziona le Giunte che via via si susseguono. La questione si può riassumere in poche righe. Decine di sentenze Tar-Consiglio di Stato vanno in una unica direzione. L’istituto di eccellenza europea, super-specializzato in neuro riabilitazione ha ragione praticamente in tutti i contenziosi di carattere amministrativo-finanziario con l’Ente Regione. Che deve corrispondere milioni di arretrati e ricondurre budget annuali e tariffe a quelle indicate nelle sentenze. In realtà ciò non accade, anzi. La Fondazione viene irrisa e messa alle corde senza che nessun soggetto giuridicamente importante intervenga a mettere ordine. Tagli di budget, riduzione di tariffe, diktat. Come quello, paradossale di questi giorni. I vertici del S.Lucia assieme ai sindacati vengono convocati la prossima settimana per le eventuale apertura di un tavolo negoziale (ma secondo legge non vi sarebbe nulla da discutere) e due giorni prima di quell’incontro arriva alla direzione un invito minatorio dalla Asl per la firma di un accordo-capestro ( firmare o morire, c’è di mezzo la convenzione) che prevede la sottoscrizione di quelle stesse cifre e dinamiche amministrative che Tar e Consiglio di Stato hanno dichiarato ripetutamente illegittime. In sostanza la Regione con la mano destra concede una suggestione di trattativa e con la mano sinistra (armata) cerca di imporre prima la firma di un documento suicida nel quale emergono vistose incongruenze e inosservanze delle sentenze sopra citate. Teatrino dell’assurdo, possibile solo con il silenzio degli attori, protagonisti e comprimari. L’immagine che si vende all’esterno è quella di una trattativa spicciola tra l’Ente Regione chiamato a risparmiare e un Ente che dall’alto della sua eccellenza scientifica si rifiuta di venire incontro alle esigenze acclarate della collettività. Per l’ennesima volta la Fondazione si appresta a giocare – fatica di Sisifo – su due piani: il tentativo di spiegare all’esterno, alle autorità competenti, al Ministero della Salute, a quello delle Finanze, al nuovo sub commissario governativo come stanno le cose; il tentativo di trattare con le autorità regionali punto per punto. Questa volta c’è un fatto nuovo. L’invito a vederci chiaro, a mettere ordine e a chiarire le responsabilità di un problema che alla fine ricade direttamente su un migliaio di operatori e su decine di migliaia di utenti, viene rivolto anche alla Procura della Repubblica. L’unico potere, i fatti quotidiani lo dimostrano ogni giorno, di superare incrostazioni e ostacoli in difesa dei diritti dei cittadini.


 Lettera dell'IRCCS alla Ausl, Regione Lazio e Procura della Repubblica
http://www.hsantalucia.it/modules.php?name=News&file=article&sid=799