giovedì 30 giugno 2011

INTERVISTA SUA EMINENZA CARDINALE FIORENZO ANGELINI: “Roma, L’Italia deve essere superba e non può, non deve dimenticarsi questo gioiello”

COORDINAMENTO SALVIAMO L’OSPEDALE SANTA LUCIA, INTERVISTA SUA EMINENZA CARDINALE FIORENZO ANGELINI: “Roma, L’Italia deve essere superba e non può, non deve dimenticarsi questo gioiello”

Roma 30 giugno 2011. Il Coordinamento Salviamo L’Ospedale Santa Lucia intervista Sua Eminenza Cardinale Fiorenzo Angelini: “mi spiace molto vedere come la sanità che dovrebbe essere il primo motivo, il primo argomento della vita politica di un popolo sia oggi, per mille necessità che non discuto quasi dimenticata, mi sono sempre occupato degli ammalati prima di Roma, di Italia e poi del mondo intero in quanto con il Beato Pontefice Giovanni Paolo II sono stato il primo presidente del Pontificio Dicastero per la pastorale degli operatori sanitari. Questo compito mi ha indotto a legarmi in molte parti del mondo e posso dire, affermare, che per quanto riguarda la riabilitazione, almeno in Europa non esiste una struttura all’avanguardia come il Santa lucia all’ardeatina di Roma. Roma, l’Italia deve essere superba e non può e non deve, se ha il senso di responsabilità, dimenticarsi di questo gioiello perché significa dimenticarsi degli ammalati dei sofferenti. Lo Stato esiste per la gente è la gente che forma lo Stato perciò non esiste e non può esistere uno Stato, che in qualche modo anche con necessità fortissime come quelle economiche che incombono oggi sulla nostra nazione, dimenticarsi di strutture valide come queste”. Questo un estratto dell' intervista rilasciata da Sua Eminenza Cardinale Fiorenzo Angelini rilasciata al Coordinamento Salviamo l'Ospedale Santa Lucia.

lunedì 27 giugno 2011

capigruppo opposizione visitano Fondazione Santa Lucia

Martedì 28 Giugno, ore 11.30 presso la Fondazione Santa Lucia i consiglieri capigruppo del Consiglio Regionale del Lazio dei partiti d'opposizione, si recheranno all'Ospedale Santa Lucia, in Via Ardeatina 306 per approfondire le problematiche che stanno portando alla chiusura della Fondazione Santa Lucia.

venerdì 17 giugno 2011

COMUNICATO STAMPA

"RIMOSSO BLOCCO STRADALE VIA ARDEATINA, MOBILITAZIONE SANTA LUCIA PROSEGUE LUNEDI'"

Roma 17 giugno 2011. Intorno alle ore 12 è stato rimosso il blocco stradale spontaneo che da questa mattina alle ore 9 aveva paralizzato via Ardeatina. Alla protesta hanno partecipato lavoratori e pazienti della Fondazione Santa Lucia, circa 300 persone che in camici bianchi si sono riversati su via Ardeatina all'altezza del civico 306 per protestare contro il mancato rispetto degli accordi presi tra Regione Lazio e Fondazione. Il non rispetto di tali accordi sta portando alla chiusura dell'ospedale. Con oggi prosegue una mobilitazione ad oltranza, che vedrà nuovamente manifestare lavoratori, utenti e familiari lunedì 20 giugno a partire dalle ore 9 in via Cristoforo Colombo, davanti alla sede della Giunta regionale del Lazio.

martedì 14 giugno 2011

MANIFESTAZIONE MERCOLEDI’ 15 GIUGNO ORE 10.00 SOTTO LA SEDE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO

COMUNICATO STAMPA

CONTRO LA CHIUSURA DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA MANIFESTAZIONE MERCOLEDI’ 15 GIUGNO ORE 10.00 SOTTO LA SEDE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO IN VIA ROSA RAIMONDI GARIBALDI 7.


Roma 14 giugno 2011. Il Coordinamento Salviamo l’Ospedale Santa Lucia aderisce alla manifestazione indetta dalle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori della Fondazione Santa Lucia a sostegno dell’incontro che si terrà sotto la sede della Giunta Regionale per chiedere il rispetto degli accordi assunti in data 07/04/2011 e 25/05/2011.

Il Coordinamento Salviamo l’Ospedale Santa Lucia insieme ai sindacati torna di nuovo a manifestare la propria indignazione nei confronti di una istituzione che inspiegabilmente disattende gli impegni presi, costringendo lavoratori, utenti e familiari a scendere continuamente in piazza per fare sentire la propria voce. Il mancato rispetto di questi impegni sta portando ad un’imminente chiusura della struttura, patrimonio indiscusso di eccellenza nella sanità e nella riabilitazione neuro-motoria. La Regione Lazio attraverso il piano di rientro della sanità forse risparmierà qualche soldo, ma si assume la responsabilità di eliminare un ospedale riconosciuto in campo nazionale ed europeo per la ricerca, sottraendo al mondo della disabilità il diritto alla cura di qualità.
Quella di domani sarà l’ennesima iniziativa che vede protagonista la Fondazione Santa Lucia per dare un segnale forte e definitivo affinché questa annosa situazione venga risolta.

Il Coordinamento invita la stampa, l’utenza, i familiari e le associazioni delle persone con disabilità a partecipare in massa alla manifestazione che si terrà mercoledì 15 giugno, dalle ore 10.00 sotto la sede della Giunta Regionale del Lazio in Via Rosa Raimondi Garibaldi 7.

Il Coordinamento Salviamo l’Ospedale Santa Lucia

venerdì 10 giugno 2011

LETTERA DEL PRESIDENTE DEL COMITATO ITALIANO PARALIMPICO ALLA PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO

Provo sensazioni particolari alla vigilia di due combattutissime partite che potrebbero regalare il 19° scudetto nella pallacanestro in carrozzina al Gruppo Sportivo Santa Lucia, espressione dell’omonima Fondazione e Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico. E non soltanto perché, comunque vada, per la società capitolina si tratterà della ventesima finale consecutiva, del trentunesimo podio su trentadue edizioni del massimo torneo nazionale, a cui vanno aggiunti i successi a livello internazionale, le vittorie della squadra di nuoto, i titoli nel tennis tavolo e nella scherma, compresi allori paralimpici e titoli mondiali ed europei e il continuo serbatoio fornito, in particolare, alla nazionale di pallacanestro in carrozzina. Penso, in particolare, al giovanissimo Luca Pancalli che, all’epoca 18enne, reduce da mesi di ricovero ad Innsbruck, prima struttura ad accogliermi dopo la lesione midollare riportata in Austria nel corso di una prova di pentathlon, si ritrovò alle prese con le prime gare di scherma e di nuoto proprio presso questo centro della via Ardeatina, deciso ad inseguire un sogno.

Dopo quasi trent’anni, venti dei quali trascorsi sui campi di gara di tutto il mondo, sempre fiero di onorare la Maglia Azzurra sia con le gambe che attraverso una carrozzina, ora dietro una scrivania come dirigente sportivo, mi ritrovo a cercare di comprendere come e perché, in un paese dove le eccellenze sono piuttosto rare, questa struttura rischi di chiudere le proprie porte ai tanti Luca Pancalli, arrivati dopo di me, anche loro portatori di un personale sogno nel cassetto. Non voglio entrare nelle dinamiche di carattere amministrativo-burocratico che hanno contraddistinto il contenzioso con la Regione Lazio, ma da presidente del Comitato Italiano Paralimpico e, soprattutto, da padre di due figli, non posso non rimanere perplesso su quanto sembra possa accadere. Questo eventuale titolo tricolore rischia di essere un triste canto del cigno, epilogo assurdo di una vicenda che rischia di mortificare decine anni di lavoro, di eccellenza in campo medico-scientifico e, per quanto mi riguarda, fonte inesauribile di talenti in ambito sportivo ma, soprattutto, primo avamposto per chiunque – e ribadisco chiunque – si trovi, nel corso della vita, ad affrontare una disabilità sopraggiunta, diretta ed indiretta.

Ho visto ragazzi giovanissimi travolti dall’entusiasmo per aver infilato il loro primo canestro, volti stravolti dalla fatica ma felici dopo aver toccato il bordo vasca al termine di mesi di allenamento. Da cittadino, da uomo di sport, non posso pensare che un sogno, questo sogno, possa spengersi in ragazze, ragazzi e nelle loro famiglie, le più compromesse nel caso di una chiusura della struttura. Amo vedere il bicchiere mezzo pieno, la mia vita è stata tutta un porsi continui obiettivi e, nel limite delle mie possibilità, raggiungerli.

Non cancelliamo una speranza, alimentiamo il desiderio di chi, attraverso lo sport, è in grado di tagliare il proprio traguardo. Lo dobbiamo ai nostri figli, alle generazioni che verranno. Lo dobbiamo ad uno sport che, per primo, ha abbattuto steccati e barriere. Facciamo in modo che quel ragazzo che ha varcato ieri la soglia, con la sua famiglia stretta a lui, possa ancora vivere il suo sogno. Ce lo chiede la vita. Ce lo chiede la nostra coscienza.

Luca Pancalli

lunedì 6 giugno 2011

COMUNICATO STAMPA

La Società Italiana di Neurologia (SIN) sostiene la Fondazione Santa Lucia e rivolge invito alle Istituzioni locali

“Ridurre le potenzialità assistenziali di una struttura universalmente riconosciuta come eccellente, equivale ad un impoverimento della potenzialità scientifica italiana”

Roma 6 Giugno 2011 - Come Presidente della Società Italiana di Neurologia e Professore di Neurologia all'Università di Siena, esprimo sia personalmente sia a nome di tutta la Società scientifica che rappresento, una vivissima preoccupazione per le sorti dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma.

La minacciata riduzione della potenzialità assistenziale di questa struttura, universalmente riconosciuta come un centro di reale eccellenza, determinerebbe un grave danno, non solo al sistema ospedaliero nazionale, ma anche un impoverimento della potenzialità scientifica italiana, con un particolare e grave impatto su quella dell'area laziale. Tale impoverimento si rifletterebbe, infatti, sui livelli di ricerca neuroscientifica e neuroriabilitativa italiana, proiettandosi anche a livello internazionale.

Dovendo procedere a una razionalizzazione regionale dell'assistenza sanitaria e a un accorciamento progressivo dei ricoveri diagnostico-terapeutici - con lo spostamento di interventi assistenziali verso attività a intensità di cura diversificate e verso il territorio di altre attività legate alla cronicità - rimane comunque indispensabile riservare uno spazio importante alla neuroriabilitazione di vera qualità, come appunto quella erogata dalla Fondazione Santa Lucia.

Va ricordato che in questo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, accanto all'approccio di alta specializzazione neuroriabilitativa catalogata con il codice 28 (Unità Spinale) e con il codice 75 (gravi cerebrolesioni), possono essere garantite prestazioni di altissima specializzazione a pazienti con lesioni cerebrali e midollari acute, notoriamente caratterizzate da grande impegno, qualificazione professionale, dotazione tecnologica e, soprattutto, contesto scientifico. E’ in un centro complesso come questo – e non in strutture di sola riabilitazione – che possono essere sperimentati nuovi approcci neuroriabilitativi, la cui efficacia può essere documentata e certificata da metodologie e evidenze scientifiche prima di essere poi proposte in maniera generalizzata nel sistema sanitario nazionale.

E’ evidente che queste evidenze possono essere ottenute solo con la concentrazione di tecnologie e di professionalità altamente qualificate, con una metodologia scientifica documentata e con la possibilità di disporre di numeri significativamente alti di pazienti trattati nell'ambito delle diverse problematiche neurologiche che richiedono riabilitazione. Un patrimonio professionale, tecnologico, umano e clinico che la Fondazione Santa Lucia possiede e che ha costruito in cinquanta anni di attività e di risultati crescenti.

Pertanto auspico una seria e approfondita riflessione delle autorità sanitarie regionali sul riverbero che decisioni implicanti la penalizzazione o la valorizzazione di questa realtà d’avanguardia avrebbero, non solo sul sistema assistenziale del Lazio, ma sull’intero sistema scientifico del Paese.

Ancora una volta, la Società Italiana di Neurologia invita le istituzioni competenti a valutare con lungimiranza - e con occhio attento solo al merito - l'investimento nella qualità e nella ricerca, considerandolo come, nel caso della Fondazione Santa Lucia, un volano importante per trascinare in alto i livelli assistenziali regionali e nazionali.


Antonio Federico
Presidente Società Italiana di Neurologia
Professore Ordinario di Neurologia, Università degli studi di Siena
Direttore U.O. Neurologia e Malattie Neurometaboliche
Azienda Ospedaliera Universitaria Senese.