martedì 13 settembre 2011

Intervista Enrica Bonaccorti: " La Fondazione Santa Lucia è un' eccezionalità che ci dovremmo augurare essere normale incontrare".

Il COORDINAMENTO SALVIAMO L’OSPEDALE SANTA LUCIA INTERVISTA ENRICA BONACCORTI: "LA FONDAZIONE SANTA LUCIA E’ UN' ECCEZIONALITA’ CHE CI DOVREMMO AUGURARE ESSERE NORMALE INCONTRARE”.

Roma 13 settembre 2011. Enrica Bonaccorti si rivolge a tutti coloro che non conoscono la Fondazione Santa Lucia. Nell’ intervista racconta come ha conosciuto la Fondazione: “Io ho conosciuto questa Istituzione perché ci sono stata più volte, conosco le persone che la frequentano e conosco delle storie individuali.

La conosco per un interesse profondo che ho avuto fin dall’età di 17 anni, ho scritto un libro che ha per protagonista un uomo che sarebbe potuto essere al Santa Lucia, il titolo del libro è “l’uomo immobile” e tratta di un uomo con un sindrome particolare che si chiama locked-in ovvero chiuso dentro. “Chiuse dentro” sono le persone, come i degenti del Santa Lucia. Chi può aprire questo chiavistello sono gli operatori dell’Istituto con professionalità, attenzione e la grandissima esperienza di chi opera al Santa Lucia. Io ho visto “miracoli”, quelli che si chiamano impropriamente “miracoli” frutto di un grandissimo lavoro fatto di persone che sanno cosa fare. Quando mi capita di presentare il mio libro- prosegue Enrica Bonaccorti- spesso cito l’ospedale Santa Lucia dicendo che non ho mai visto un luogo di accoglienza per persone che hanno qualcosa da curare così pulito, cosi vasto e così accogliente. E’ veramente una qualità eccezionale alla quale non siamo abituati e forse non ci sono abituati coloro che dovrebbero valutare questa eccezionalità. Un eccezionalità che ci dovremmo augurare essere normale incontrare, perché migliaia sono le famiglie che fanno affidamento sul Santa Lucia per recuperare all’interno di qualcosa di grave che è accaduto a uno di loro, una qualità della vita per la persona che altrimenti non incontrerebbero mai. Ho parlato impropriamente di miracoli, ho visto persone incontrate l’anno prima, che una visita superficiale avrebbe definito perse al mondo, e che invece tra le difficoltà prendevano l’ascensore e incontravano altre persone.

Ho visto l’attenzione degli operatori, dai fisioterapisti fino alla dottoressa Rita Formisano la piccola grande esperta che da tanta fiducia. Dovremmo ringraziare con la faccia per terra, come diceva mio nonno, le persone che sono al Santa Lucia. Io vorrei tanto che fosse valutata l’eccezionalità di questa struttura, vorrei dire a chi deve sostenere questa grande realtà di ragionare, anzi di “regionare” bene su questo discorso, perché il Santa Lucia deve rimanere a questa altezza, perché questa altezza è il giusto livello per far tornare alla qualità della vita le famiglie e i degenti. Sosteniamo il Santa Lucia tutti insieme, ma non costringeteci a fare i gruppuscoli per strada ragioniamo insieme, anzi “regioniamo”.

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